TO BLOG OR NOT TO BLOG… THAT’S THE QUESTION
La storia del blog, come tutta o quasi tutta la storia del marketing, nasce negli Stati Uniti, nell’ormai lontano 1997 quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permetteva la pubblicazione di contenuti sul web e fu, fin dall’inizio, evidente, anche se non subito chiaro a tutti, che sarebbe stato il content, il contenuto, a farla da padrone.
Content is king, si gridò ai quattro venti, mentre tutti cercavano di creare contenuti originali, organicamente appetibili al “mostro vorace”, all’algoritmo sempre alla famelica ricerca di cibo nuovo.
Content e Seo, fu il binomio successivo, venduto come garanzia di successo, e giù tutti ad analizzare key words, long tails keywords con cui infarcire, come si fa per una torta, il nostro blog.
Crosslinks, ci fu detto poi, e ci fu decantato il potere del link building come strumento efficace e necessario al “galleggiamento” del nostro blog.
Crossblogging, fu l’ultima novità, con la quale scambiare favori con i nostri colleghi bloggers e pubblicare, ora qua ed ora là, i nostri rispettivi contenuti.
Ed infine la grande, potente, travolgente, rivoluzione che tutto ha stravolto, tutto ha cambiato, tutto ha trasformato, come un grande e meraviglioso tsunami.
Ecco la rivoluzione dei socials.
Il loro avvento, nei primi anni del nuovo secolo, sembrò relegare il blog ad un ruolo minore, sembrò gettarlo nell’ombra, fino a far decretare, da parte di alcuni, la sua morte come canale di comunicazione, promozione e visibilità.
Ed oggi? Oggi, dopo anni di strapotere dei canali socials, come viene percepita l’attività di blogging in questo continuo proliferare di bloggers, più o meno…influencers, più o meno efficaci e competenti?
Chi è il blogger nel mondo dell’hotellerie 4.0 e perché un blog dovrebbe, deve, può essere usato come canale di comunicazione per una struttura turistico-ricettiva?
Perché il blog?
Per una semplice, potentissima ragione che pochi prendono nella giusta considerazione.
Perché, mentre tutto quello che pubblichiamo sui socials non è, e non sarà mai, di nostra proprietà e potrà scomparire nel minuto stesso in cui Facebook deciderà di bannarci o Instagram di metterci nella sgradita situazione di shadow ban, congelando la nostra visibilità e quella delle nostre offerte, dei nostri pacchetti, delle nostre experiences…tutto quello che avremo pubblicato sul blog del nostro albergo, della nostra struttura ricettiva, del nostro bed and breakfast, della nostra casa vacanze e del nostro ristorante, sarà sempre e comunque di nostra proprietà e nessuno e niente potrà bannarlo, bloccarlo o farlo scomparire.
Non vi sembra questa un’ottima motivazione per avere un blog dedicato alla vostra attività?
Il blog diventa quindi uno, anche se non certamente l’unico, strumento per pubblicizzare il nostro prodotto, per parlare delle novità, delle offerte, dei pacchetti, sempre e comunque tenendo ben chiaro in mente che il soggetto del blog, di quello che stiamo scrivendo, non siamo noi, non è il nostro prodotto, ma l’utente finale, il cliente, il destinatario a cui ci rivolgiamo e di cui dobbiamo intercettare l’interesse, da cui dobbiamo farci trovare, laddove virtualmente si rechi, secondo i principi dell’inbound marketing.
Prestiamo quindi grande attenzione alla scelta del tema, ma non solo, rendiamo il nostro blog, user friendly, facilmente navigabile, facile nell’accesso ed intuitivo nelle sue funzionalità.
Lanciamo il nostro blog su un template gratuito, perché no, ma solido e flessibile, che permetta gli aggiornamenti, le integrazioni di plugins e widgets.
Creiamo un blog graficamente accattivante, perché ricordate, la prima impressione, in questa era dove tutto corre veloce, è spesso quella che conta.
Pubblichiamo contenuti originali, lunghi, approfonditi e pubblichiamo con regolarità, per costruire un percorso di comunicazione con il nostro lettore.
Ma quanto scriviamo? Quanto devono essere lunghi i nostri posts?
Oggi non esiste una lunghezza ideale che garantisca risultati.
Oggi è tutto fortemente variabile, pericolosamente effimero.
Oggi tutto cambia e noi dobbiamo adeguarci, anzi cavalcare il cambiamento, con entusiasmo, quindi… oggi scriveremo posts che vanno dalle 400 alle 10.000 parole, ma che, sempre e comunque rispondano alle esigenze dei navigatori in rete e vadano nella direzione strategica che ci siamo dati.
Un post che sia scritto in un ottimo italiano o in un ottimo inglese, che contenga informazioni utili, che abbia una sua personalità, che faccia trapelare la personalità di chi lo scrive e così generare un rapporto di fiducia virtuale, sul quale far crescere la propria audience.
La verità è che oggi la lunghezza giusta di un post è fortemente connessa alle risposte che è in grado di dare alle domande degli utenti. Questa è la verità.
Quindi non concentriamoci soltanto sul numero delle parole, ma focalizziamoci sul contenuto di qualità che siamo in grado di produrre.
Non riduciamo il blog ad una mera questione di SEO o di link buildings, scriviamo per comunicare, per raccontare, facciamo dello storytelling e costruiamo relazioni che porteranno alla vendita.
Ma chi è lo storyteller nel mondo dell’hotellerie?
Tra le nuove attività del direttore 4.0 o del direttore sales&marketing 4.0, proprio in virtù di quel cambiamento da cavalcare, non da subire, di cui parlavamo sopra, c’è la stesura, la creazione del blog, per chi ne ha le competenze, o il controllo editoriale del blog, se scritto da collaboratori scelti a tale scopo, affinché il blog diventi un racconto fatto di quotidianità, di eventi, di feste, di storia di vita vissuta nella nostra struttura, da noi, con noi e con i nostri clienti.
Il direttore 4.0 usa il blog, anzi lo scrive in prima persona, non demanda ad estranei questo ruolo, perché nessuno come lui, meglio di lui, conosce e vive l’esperienza della sua struttura.
Ovviamente si fa supportare da un web master, nella scelta delle parole chiave, nella creazione della struttura architettonica del blog, ma poi è lui o lei che, grazie alla conoscenza della lingua in cui scrive, dote imprescindibile di ogni direttore, che racconta di sé, del suo albergo, che crea un dialogo con il suo lettore, che presto o tardi, diventerà un suo cliente.
Ma come, anche questo, dobbiamo fare? Mi sento spesso chiedere da colleghi più o meno atterriti da questa novità, da questa nuova esigenza di vendita.
Si, rispondo io.
Si, perché la lista delle priorità nella vendita è cambiata.
Si, perché le modalità di comunicazione ed intercettazione del cliente sono cambiate e noi, noi tutti ne dobbiamo prendere atto, se non vogliamo… orrore… degli orrori, rimane fuori dal mercato, se vogliamo rafforzare le relazioni con i nostri clienti e crearne di nuovi.
Ma il blog da solo, lo abbiamo capito, non basta.
Ed ecco la potente sinergia con i socials, ed ecco la necessità di collegare ai socials il nostro blog, rendendo immediatamente e viralmente visibile il nostro contenuto.
Quindi non più competizione con i canali socials, non più prevaricazione, ma una sinergica interazione con la quale far “rimbalzare” i nostri posts dal blog alla pagina Facebook, dal blog al profilo Instagram, dal blog a Twitter, a Google+ e perché no, fino a Linkedin, per raccontare anche al network di professionisti che lo abita, che cosa vuol dire sales&marketing nell’era del blogging.
Dott.ssa Barbara Pardini,
BP Consulting.
Hotels Sales and Marketing.
Digital Media Communication and Sale.
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